Il Primo Global Music & Content Festival per la nuova Generazione!
NATIONAL GEOGRAPHIC PROGRAM
*In Competition
THURSDAY 14.11.19 @20:30
RT: 55 min
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SALA INTESA SANPAOLO
Where are you? Dimmi dove sei
La storia della fotografia divenuta l’icona della crisi dei migranti in Mediterraneo
e il viaggio umano dei suoi protagonisti.
Ansoumana dal Gambia, Bakari dal Mali, Hajar, Shaza, Amal, Ayman e il piccolo Mahmood dalla Siria. Erano tutti sul barcone ritratto da Massimo Sestini e oggi raccontano la loro storia a National Geographic con il patrocinio di UNHCR.
Estate 2014, nelle acque internazionali tra Libia e Sicilia, da un elicottero della Marina Militare italiana, Massimo Sestini scatta a un barcone carico di migranti una straordinaria foto zenitale diventata simbolo della crisi migratoria in Mediterraneo.
Quattro anni dopo, il clamore attorno alla questione migranti non si è spento ma è anzi cresciuto, migliaia di persone continuano a rischiare la vita in mare ogni giorno.
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Dopo quello scatto, nel 2016, Sestini, lancia un appello sul web – Where are you? – per scoprire dove siano finiti quegli uomini, donne e bambini., se siano ancora in Europa, se siano sani e salvi e abbiano cominciato una nuova vita. L’appello viene raccolto da National Geographic che decide di raccontare questa storia di disperazione e speranza con il documentario WHERE ARE YOU? DIMMI DOVE SEI.
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Ansoumana viene dal Gambia e ora studia a Taranto. Quando sale sulla barca ritratta nella foto di Sestini ha solo 16 anni. Hajar è siriana, sul barcone era con la madre Amal, la sorella Shaza e la figlia di 4 mesi. Ora vive in Germania con il marito e la loro bambina. Ayman, anche lui siriano, era con il figlioletto Mahmoud. È stato separato dalla moglie e un altro figlio poco prima di imbarcarsi. Bakari viene dal Mali e attualmente vive in Francia. Ha lasciato casa a soli 12 anni.
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A produrre il documentario per National Geographic è Doclab con la regia di Jesùs Garcès Lambert. Il progetto vede il patrocinio dell’UNHCR-Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati e il sostegno di MIBAC, Apulia Film Commission e Regione Lazio-Fondo regionale per il cinema e l’audiovisivo.